Home » Weston, la Nike e il Peperone – Parte Prima

Weston, la Nike e il Peperone – Parte Prima

di Redazione
Weston Brescia

I Weston in mostra a Brescia – a cura di Elena Barberi e Sara Cavalleri

“Weston, la Nike e il peperone” non è l’esito di un “cadavere squisito”, ma sono le parole chiave per scoprire le opere in mostra al Museo di Santa di Giulia a Brescia. Si tratta degli scatti dell’americano Edward Weston, fondatore di una vera propria dinastia di fotografi. Le 80 immagini esposte non solo ripercorrono quasi completamente il percorso di Edward, ma intendono indagare e definire l’identità artistica di due suoi figli, Brett e Cole, e della nipote Cara.

Weston. Edward, Brett, Cole, Cara. Una dinastia di fotografi” è una delle esposizioni fotografiche inserite all’interno del calendario di eventi del Brescia Photo Festival 2022, giunto alla sua quinta edizione. Della curatela della mostra si è occupato Filippo Maggia, ma il valore aggiunto è stato conferito dalla collaborazione con la stessa Cara Weston che, oltre ad essere l’ultima erede della dinastia, ha allestito numerose mostre fotografiche ed è stata direttrice della Weston Gallery a Carmel (California).

Weston Brescia

Weston Brescia
Weston, la Nike e il Peperone – Parte Prima

L’apporto di un membro della famiglia e l’utilizzo dei diari scritti nel corso della sua vita dallo stesso Edward hanno dato origine a un lavoro filologicamente corretto. In particolare, si può cogliere come ogni svolta artistica di Edward sia sempre stata legata all’incontro con movimenti artistici o con figure di spicco del panorama culturale, spesso donne fotografe divenute poi compagne di vita.

Le forme del ritratto è il tema intorno a cui ruota la kermesse e la sezione della mostra dedicata interamente ad Edward si apre proprio con i ritratti che hanno reso celebre l’artista. Tralasciando il periodo iniziale e formativo della sua carriera, allineato alle tendenze pittorialiste tanto in voga all’inizio del Novecento, la retrospettiva si focalizza sui lavori più innovativi e sulle ricerche che porta avanti per tutta la vita a partire dagli Anni Venti (sempre condotte in parallelo alle fotografie più commerciali che gli permettevano di mantenersi).

Weston Brescia

Weston Brescia
Weston, la Nike e il Peperone_Parte Prima

Ed è proprio il ritratto della pianista Ruth Show, che apre la mostra, a segnare il primo punto di svolta della sua carriera artistica, attraverso un avvicinamento al cubismo, visibile nell’accostamento di figura e sfondo tramite forme nette e dure. Seguono quindi una serie di ritratti realizzati durante la sua permanenza in Messico. Un altro momento significativo del percorso di Edward, grazie sia all’incontro di grandi artisti dell’epoca sia ai movimenti politici e sociali che allora animavano il paese. Tra gli scatti emergono quello di Diego Rivera e dell’attrice Guadalupe Rivera, quest’ultimo collocato nell’esposizione vicino al celebre ritratto di Tina Modotti, la fotografa italiana che all’epoca era anche sua compagna e modella. Il visitatore è così invitato al confronto dei due ritratti, uno eroico e l’altro nobile (come Weston li descrive nei suoi “Daybooks”) secondo le caratteristiche delle modelle. Il fine era ritrarre la verità delle persone.

Weston, la Nike

Weston Brescia
Weston, la Nike e il Peperone_Parte Prima

Per Weston il Messico è foriero di grande ispirazione nell’evoluzione artistica: sono gli anni in cui abbandona la morbidezza dei contorni e il simbolismo tardo ottocentesco per approdare alla straight photography, di cui diverrà uno degli esponenti principali insieme al collega e amico A. Adams. Come altri statunitensi promuove una fotografia in bianco e nero, grafica, ricca di trama e dettagli, puntando l’obiettivo sugli oggetti di vita quotidiana, al punto da renderli quasi i soggetti di un vero e proprio ritratto. In mostra questa fase è esemplificata da un buon numero di fotografie: i nudi di donna che si stagliano su sfondo nero, un water ripreso da un’inquadratura insolita, avvicinato alla Nike di Samotracia nelle riflessioni dei diari, le composizioni di conchiglie in forma di cavalluccio, un vaso da notte che richiama Brancusi.

Il “Peperone n.30″ del 1930 è l’emblema di questa fase in cui un banale oggetto è trasfigurato in pura forma, mettendone in risalto la silhouette scultorea. Lo scatto apre la famosa serie dei “vegetables”. Qui si coglie come la scelta del punto di vista insolito, l’isolamento dell’oggetto dal suo contesto con stratagemmi, lunghi tempi di posa, giorni di studio, portino a un progressivo affinamento della tecnica verso un vero e proprio iper-realismo.

Related Articles

Lascia un commento

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Accetta Cookies Leggi di più

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale per non perdere mai le novità di Art Nomade Milan!