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NOMADLAND: il film di Chloé Zhao si aggiudica due Golden Globe

di Rossella Preste
Nomadland film

Dopo il Leone d’Oro alla 77ª edizione del Festival di Venezia e i due premi sopra citati la pellicola corre verso gli Oscar. Rossella Preste l’ha recensita per voi.

Nomadland film

Nomadland, il lungometraggio realizzato da Chloé Zhao, è per certi versi un po’ scontato e, forse volutamente, contraddittorio. Un prodotto creato mixando tutti quegli elementi così apprezzati dal festival lagunare. Una regista indie che presenta un road movie nostalgico e dal “sapore” molto americano, dedicato a uno dei tanti gruppi emarginati delle Americhe: i nomadi o meglio gli “houseless”.

Sono tutti elementi già visti nella filmografia della Zhao e in quella di altri registi, che gli hanno comunque valso il premio del Festival di Venezia, i recenti Golden Globe e, quasi sicuramente, delle candidature agli Oscar attesi il 25 aprile.

Eppure il film non convince del tutto.

Film Nomadland

Il realismo intermittente, i dialoghi retorico-buonisti e un’idea non troppo definita lasciano qualche perplessità sulla riuscita di questa prova registica. La ricerca di realismo – i campi lunghissimi su panorami autentici, la protagonista che evacua in un secchio, la partecipazione di attori non professionisti (scelta già adottata nelle opere precedenti) – si scontra con la retorica: personaggi cliché che parlano attraverso slogan con i quali sembrano voler vendere una libertà posticcia.

Insomma la contraddizione del non voler sottostare all’impero del dollaro, ma lavorare per Amazon.

Nomadland film
NOMADLAND: il film di Chloé Zhao si aggiudica due Golden Globe

film Nomadland

L’interpretazione convincente e intensa della McDormand appaga, ma non stupisce in modo particolare, date le sue precedenti performance. L’elemento più valido è la struttura circolare del film. Il ciclico è perfettamente rappresentato. La partenza/ritorno dal/al garage innevato del Nevada, i lavori stagionali in giro per l’America, le partite a scacchi, il raduno in Arizona, la fine dell’anno in roulotte con un fuoco d’artificio in mano e il cerchietto con la scritta “Happy New Year”.

Nomadland film
NOMADLAND: il film di Chloé Zhao si aggiudica due Golden Globe

Ma è davvero un “Happy New Year”?

Ogni nuovo anno si presenta già stanco, uguale al precedente. Anche il tempo pare girare in cerchio e quindi sembra non procedere mai. Ripetitivo e per questo immutato. Nonostante gli incontri con gli amici di via, il sentimento che fa da padrone è una solitudine inevitabile. Che tu sia dentro ad una fabbrica affollata o tra i cactus, il senso di isolamento persiste. A differenza però della solitudine alienata, prodotto del moderno modello societario occidentale, quella della protagonista (e di tutti coloro che hanno optato per una vita nomade) è una scelta. Una presa di coscienza del proprio essere al mondo, responsabili di se stessi e alla ricerca di un contatto più autentico con la natura.

NOMADLAND E HOPPER

Quando si parla di solitudine il primo artista americano a cui si pensa è Edward Hopper.

Ma la solitudine non è l’unico elemento che la regista e il pittore hanno in comune.

Il modo di raccontare strettamente USA di Chloé Zhao, che nasce a Pechino ma si forma negli States, è molto simile a quello di Hopper e la “pura americanità dei paesaggi sconfinati”1 raffigurati nelle sue tele.

Le ambientazioni di Nomadland ed i quadri di Hopper sono luoghi di transito dove i personaggi passano senza fermarsi a lungo e senza avere una meta precisa.

Inoltre, le opere di Hopper non sono solo dedicate all’elemento artificiale/urbano ma anche a quello naturale. Esattamente come nelle diverse scene del film dove i due elementi coesistono: Amazon e le montagne innevate, il locale lavatrice e la costa battuta dal vento, il fast-food e il deserto all’alba.

Hopper

Il film fornisce comunque degli spunti di riflessione su temi non originali ma assolutamente attuali: il sentimento di solitudine, il non adattamento ad una vita scandita da consumismo e leggi di mercato, un ritorno alla natura e il bisogno di ripensare a come si sta al mondo.

Per questo è un film che, nonostante gli stereotipi e le contraddizioni, merita di essere visto non solo dagli amanti del genere, ma anche da chi ha voglia di immergersi nella vastità e nei colori dei paesaggi americani che sono rappresentati con un lirismo simile a quello dei quadri di Georgia O’Keeffe.

E Nomadland film


  • INTRO AL FILM: Il film di Chloé Zhao è stato presentato in occasione della 77ª edizione del Festival di Venezia e ha vinto il Leone d’Oro. È l’adattamento cinematografico del romanzo Nomadland. Un racconto d’inchiesta di Jessica Bruder, relativo all’ultima Grande Recessione. La colonna sonora è di Ludovico Einaudi. Direttore della fotografia Joshua James Richards. Nel cast, oltre a Frances McDormand nel ruolo della protagonista e David Strathairn, figurano anche veri nomadi, tra cui Linda May e Bob Wells.
  • DISTRIBUZIONE: Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi da Searchlight Pictures (gruppo Disney) dal 29 gennaio 2021 e sulla piattaforma Hulu (visibile in Giappone e Stati Uniti) dal 19 febbraio 2021. In Italia sarà disponibile su Disney +, senza costi aggiuntivi, il 30 aprile 2021.
  • TRAMA: Il film segue parte della vita di Fern, una donna vedova di mezza età e senza lavoro che decide di abbracciare il nomadismo e mettersi in viaggio col suo van (Vanguard). Gira per gli Stati Uniti occidentali, tra paesaggi mozzafiato e lavori saltuari.

http://[1]https://www.finestresullarte.info/opere-e-artisti/i-paesaggi-di-edward-hopper-america-malinconia-progresso

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