Ketty La Rocca
Perché è importante dividere gli artisti a seconda del sesso biologico, del genere attribuito alla nascita?
Di per se, non lo è. O meglio, non lo sarebbe se nel corso della storia non fosse esistito un gigantesco bias culturale che ha portato alla predilezione di talenti AMAB. Parole e concetti come AMAB (Assigned Male At Birth), bias culturale e sesso biologico sono oggi alla portata di chiunque possieda una connessione internet, curiosità e buon senso. Però, senza neanche andare troppo indietro nella storia del mondo e dell’arte, il movimento di universale riconoscimento del talento a prescindere, che si sta riscontrando oggi, non sarebbe stato possibile senza le battaglie e la forza degli attivisti di ieri.
Artista
In quel miasma di legittimazioni e manifestazioni del sé e del sociale che sono stati, in Italia, gli Anni ‘60, tra i molti artisti che animarono il dibattito culturale chi scrive tiene a puntare un riflettore – mai abbastanza grande – su Ketty La Rocca. La sua rilevanza storico culturale nel panorama artistico italiano di quegli anni, e non solo, è enorme. Quella che si sarebbe dimostrata come un’instancabile ricerca sul rapporto tra parola, immagine e società, si manifesta sin dagli albori della carriera di La Rocca. Ricordiamo i suoi studi con il Gruppo 70 e l’innegabile contributo alla Neoavanguardia italiana della Poesia Visiva.
Arte italiana

Attraverso l’analisi della relazione esistente tra la cultura dominante e il suo rapporto di appartenenza semiotica con la cultura visiva dell’epoca, in un sardonico intreccio di politica, creatività e arte, il corpus di Ketty La Rocca affronta con ironia e durezza il ruolo della figura della donna e la sua costante rappresentazione di subalterna. Di “estranea” per dirla alla de Beauvoir, in una società prettamente dominata dalla visione maschile e sessista della sua epoca. L’utilizzo dell’unione tra le infinite potenzialità espressive della parola e la travolgente forza delle immagini, combinate alla forte componente politica e di rivalsa culturale con cui La Rocca permea i suoi lavori, rendono l’artista ligure non solo uno degli esponenti di primo piano della neoavanguardia italiana, ma anche una figura chiave nello sviluppo di quel rapporto tra arte, cultura e mass media che, ora come allora, resta al centro del dibattito culturale.
Ketty La Rocca

Infatti,nel suo incessante spaziare tra mondi, La Rocca analizza anche il ruolo dei mass media visuali in voga all’epoca – televisione, cinema e pubblicità – nello sviluppo e nella definizione non solo di un’immagine della donna distorta e progettata a tavolino, ma anche del fondamentale legame tra parola e immagine, tra identità e società, tra mass media e informazione, in una nemmeno velata quanto meravigliosa critica al sistema dominante all’interno del quale si è trovata ad operare.
Ancora, in Italia almeno, essere una donna e fare il mio lavoro è di una difficoltà incredibile.
(Ketty La Rocca, lettera a Lucy Lippard, estate 1975)