La pittura di Tina Sgrò che esplora ambienti dove il tempo non esiste
Tina Sgrò
Qualche tempo fa ho chiamato Tina perché volevo farle un paio di domande per l’articolo. Me ne ero già preparate alcune e avevo “fatto i compiti”: avevo cercato informazioni su di lei e sulla sua attività artistica. Nata a Reggio Calabria è stata la protagonista di numerose esposizioni, sia nazionali che internazionali. Molti premi testimoniano poi come Tina Sgrò sia una protagonista attiva del panorama artistico contemporaneo. Nel 2006 si aggiudica la Targa Oro-Sezione pittura del Premio Arte Mondadori; nel 2011 è selezionata per il Padiglione Italia/Calabria alla 54 esima Biennale di Venezia, vincendo sia nel 2011 che nel 2013 il premio Arte Laguna, ampiamente supportata dalla critica. Un premio che anche nel 2019 la vede finalista. Nel 2017 vince il “Premio di Grafica” al Premio Marchionni.
L’ho quindi chiamata, un po’ intimorita da cotanto curriculum e pronta all’istituzionale intervista, ma ci siamo messe a chiacchierare con una tale spontaneità che più della metà delle domande le ho lasciate sul foglio.
Perché quando un’artista ti parla con tanta generosità e franchezza le domande non servono più.
Attraverso le sue parole ho compreso meglio quelle tele di interni fatti della stessa materia di cui sono fatti i ricordi, le sue luci soffuse che si accumulano in un punto per esplodere all’angolo della tela, il tempo eterno che pervade le sue opere.
Sono per lo più interni borghesi dove i mobili sono le silenziose presenze al posto di quelle umane, transitorie rispetto agli ambienti stessi, avvolte in una luce sospesa. Ambienti che cristallizzano il ricordo o il sogno.
Arte

Ma ci sono anche paesaggi urbani giocati su poche tonalità, dalla pennellata vibrante e fortissima, che crea un vortice avvolgente intorno allo spettatore, catapultandolo all’interno dell’immagine, trasformando il mondo circostante.
S.B.: Ci sono tanti nomi di grandi maestri che mi vengono in mente guardando le tue opere. C’è un’artista che ti ha ispirato particolarmente?
T.S.: Ce ne sono tanti! Caravaggio è forse uno dei più amati, la sua riflessione sulla luce è importante anche per il mio lavoro. D’altro canto anche il segno grafico di Giacometti ha svolto un ruolo formativo. E poi i Macchiaioli li sento vicini per alcune tematiche che ci legano (come i campi assolati), amo il divisionismo di Pellizza da Volpedo…
S.B. Una nota crepuscolare quindi …
T.S. Puoi dirlo
S.B. Da giovane, prima di intraprendere la tua carriera artistica, ti sei diplomata in solfeggio. La musica è ancora una parte importante della tua vita?
T.S. Una parte fondamentale, non potrei stare senza musica. Soprattutto quella classica, da Bach a Chopin, ma ci sono tanti altri compositori che accompagnano le mie ore di lavoro.
Cerco musiche evocative, che mi permettano di fondermi tra le note mentre lavoro: mi aiuta a concentrarmi.
Tina Sgrò

S.B. Quali progetti ti vedranno coinvolta?
T.S. Sto lavorando ad alcune committenze e c’è in programma una nuova mostra, quest’estate a Noto, a Palazzo Nicolaci: spero davvero che si potrà inaugurare in presenza.
E poi ad ottobre sarò a Venezia, per la premiazione dell’Arte Laguna (che doveva tenersi l’anno passato ma è stata rimandata a causa dell’emergenza sanitaria).
S.B. È stato un anno difficile per tutti. Se potessi viaggiare, dove ti piacerebbe andare?
T.S. Sono fortunata perché stando a Reggio Calabria ho molti posti vicino a me che mi permettono di staccare, ma avrei anche tanta voglia di tornare a New York! La Grande Mela brulicante di vita è per me fonte di ispirazione.
2 commenti
Molto interessante.Tina Sgro’ una
Artista che non conoscevo. Questa passione musica / arte / scene di interni di case borghesi è affascinante
Grazie Claudia! Un plauso a Silvia che ha scelto di intervistare Tina 🙂