Nel 1932 Edward Weston, assieme alla nuova compagna e fotografa tedesca Sonya Noskowiak, di cui alcuni nudi sono esposti nella retrospettiva bresciana, entra nel collettivo F/64. Si tratta di un gruppo di fotografi che si rifanno a questo formato, in cui si esaspera la purezza delle forme. L’estetica da loro formulata e teorizzata è che ogni fotografia debba essere perfettamente a fuoco, stampata tramite la tecnica della stampa a contatto ed incorniciata da un cartoncino bianco. Il tema deve rifuggire dalla realtà, pena l’essere considerato uno scatto impuro: ne è esempio il ritratto dell’ala d’uccello
Redazione
La vita della pittora Artemisia Gentileschi rischia di perdersi nel dimenticatoio di una storia maschilista ed è doveroso parlare di questa icona di coraggio: una donna che ha saputo rompere il silenzio dell’abuso lasciandosi alle spalle pregiudizi vecchi quanto il genere femminile stesso e lottare per quello che era il suo mestiere e la sua passione più grande, la pittura, all’epoca preclusa al gentil sesso.
‘Weston, la Nike e il peperone’ non è l’esito di un “cadavere squisito”, ma le parole chiave per scoprire le opere in mostra al Museo di Santa di Giulia a Brescia di Edward Weston, fotografo americano, nonché fondatore di una vera propria dinastia di fotografi. Le 80 immagini esposte non si accontentano di ripercorrere quasi completamente il percorso del patriarca, ma intendono indagare e definire l’identità artistica di due suoi figli, Brett e Cole, e della nipote Cara.