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Estetica e urgenza: l’ambiente in mostra al Museo d’Arte e Scienza

La collettiva internazionale “Ambientarti VI” al MAS di Milano trasforma la bellezza in coscienza sociale

C’è un’espressione di Vandana Shiva che continua a risuonare, come un’eco, tra le stanze del MAS – Museo d’Arte e Scienza di Milano: “L’arte è il mezzo più potente per cambiare il mondo. Perché ci cambia dentro, senza gridare.” 


Si tratta della sesta edizione di Ambientarti, la collettiva internazionale promossa da Art Space, visitabile fino al 30 maggio 2025 in uno dei luoghi più affascinanti e trasversali della città:  Palazzo Bonacossa a due passi dal Castello Sforzesco. Un Museo, il MAS, che da sempre è punto d’incontro tra sapere scientifico e intuizione creativa, tra ricerca storica e immaginazione.

Il titolo Ambientarti nasce dalla fusione di “ambiente” e “arti”, ma va ben oltre il gioco linguistico: è un invito all’azione, un verbo che implica coinvolgimento, partecipazione, integrazione nel paesaggio naturale e culturale. È anche una presa di posizione etica. Perché questa mostra non si limita a decorare pareti: chiama chi guarda a diventare cittadino attivo, trasformando la contemplazione in consapevolezza, e l’esperienza estetica in un gesto politico.


Curata da Eva Amos “Ambientarti VI” si configura come una piattaforma di voci libere, con opere di artisti e artiste provenienti da oltre 20 paesi,  dall’Argentina al Giappone, dagli Emirati Arabi Uniti alla Lituania, passando per Polonia, Messico, Francia, Regno Unito, Ucraina, Turchia, Svizzera e molti altri. In un mondo dove la politica spesso tergiversa o abdica di fronte all’urgenza climatica l’arte sceglie di esporsi, di schierarsi, di proporre alternative. Il percorso espositivo é un vero crocevia di linguaggi: pittura, scultura, ceramica, tessuti, arte digitale, installazioni e materiali di recupero.


Ogni tecnica è una dichiarazione d’intenti: chi utilizza oggetti di scarto compie una scelta che è estetica, ma anche ecologica. Chi trasforma l’immagine poetica in denuncia ambientale abita il confine tra bellezza e inquietudine. Ogni opera è una piccola rivoluzione silenziosa che chiede al visitatore di fermarsi, sentire, pensare. Alcune commuovono, altre disturbano. Alcune sono talmente intime da sembrare sussurrate, altre sono grida visive.


Nel corso della serata inaugurale sono stati premiati sette artisti vincitori, selezionati per la forza e l’impatto delle loro opere. Ma in realtà, a essere premiata è l’intera mostra: per il coraggio con cui espone le nostre contraddizioni, per l’onestà con cui ci mette davanti alle nostre paure, per lo spazio che ci offre per immaginare una via diversa.


In tempi di crisi climatica non basta sapere. Serve sentire. L’arte diventa una forma di attivismo emotivo: ci cambia dentro, senza gridare, e in quel cambiamento profondo c’è forse la nostra unica possibilità di trasformazione collettiva. Ambientarti VI è un luogo dove immaginare il futuro, ma senza illusioni: non si parla di speranza come rifugio retorico, bensì come possibilità di consapevolezza, scelta e responsabilità. Perché l’arte, da sola, non salverà il mondo. Ma può far nascere in ciascuno di noi il desiderio di farlo.

E oggi, forse, questo è l’unico compito davvero urgente che possiamo affidarle.

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Redazione

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