E’ quanto si è proposto di fare un team internazionale di giovani creativi. Scopriamoli nelle prossime righe
Addvent sta per “The Art of Adventure“: un caldo invito che suona come un mantra non solo per gli amanti delle esperienze esotiche . Perchè Colab, la compagine di professionisti under 35 che sta alle spalle del progetto, ha scelto di far viaggiare i fruitori anche stando comodamente sul divano di casa ad…ammirare una illustrazione. Del resto l’idea è nata nel 2020, tra un lockdown e l’altro, a cavallo tra Milano e la Pennsylvania.
La proposta è quella di offrire “esperienze illustrate”, progettate da illustratori e scrittori anche emergenti che tocchino varie zone ed aspetti del mondo che ci circonda. Dalla Lombardia ai sei mari d’Italia, da Roma ai cinque pianeti visibili dalla Terra, passando attraverso 40 esperienza enologiche e le 10 sedie dei maestri italiani del design.
Attualmente le collezioni disponibili sul portale https://www.addvent.org/ sono 28, ma le idee di certo non terminano qui, come ci raccontano Elena Domenichini, Graphic Designer Colab, e Chiara Giusti, Fashion Designer Colab.
E.R. Cosa è Colab e cosa è Addvent?
Addvent è il primo progetto di Colab: siamo un team internazionale di giovani professionisti under 35, con un background in architettura, design e ingegneria. Ci siamo incrociati nel pieno della pandemia nel 2020, che da un lato ci ha costretti a riscoprire una dimensione locale e interiore, dall’altro ha acceso la voglia di ricominciare a esplorare il mondo.
Così abbiamo sviluppato Addvent, un progetto che ha un triplice obiettivo: stimolare le persone a riscoprire Milano, l’Italia e il mondo con occhi nuovi, diventare una vetrina per artisti emergenti e supportare e collaborare con organizzazioni e realtà che già lavorano per valorizzare il patrimonio italiano, fornendo nuovi strumenti e canali di comunicazione.
Tutto questo lo facciamo attraverso illustrazioni e grafiche, che sono il nostro linguaggio distintivo. Non per caso il nostro pay-off è “The Art of Adventure”. Vogliamo utilizzare il linguaggio comunicativo delle illustrazioni e dell’arte e la penna di giovani illustratori per raccontare il mondo che ci circonda e portare le persone a viverlo, scoprirlo, esplorarlo con uno spirito diverso.
L’esperienza Addvent si può vivere esplorando e tenendo traccia dei propri progressi grazie agli itinerari illustrati che proponiamo. Per ogni addventure che creiamo, infatti, ciascuna tappa è disegnata con uno stile caratteristico e originale e può essere vissuta in modo differente da ogni utente.
Ci sono esperienze legate al mondo enogastronomico (come degustare le 40 perle enologiche italiane), naturalistico (esplorare le 7 Meraviglie del Mondo naturale), culturale (ad esempio scoprire le 7 icone del Futurismo a Milano o i 24 capolavori di Leonardo da Vinci) e molto altro ancora.
Attraverso il nostro shop online è possibile acquistare stampe artistiche con le illustrazioni dedicate ad ogni tema. Stiamo anche lavorando alla WebApp Addvent, che diventerà la chiave per tener traccia in digitale delle esperienze vissute e consultare i nostri contenuti ovunque.
E.R. Come è nato il progetto e quanto ha influito la pandemia sul suo avvio?
Timothy e Giulia, colleghi al Politecnico di Milano, hanno elaborato le prime idee e la filosofia alla base di Addvent.Lì siamo subentrate noi, abbiamo dato corpo e voce alle prime liste, gettando le fondamenta su cui costruire tutto il progetto.
La pandemia è stata cruciale: ha rappresentato una sfida come anche una risorsa. Alcuni di noi si sono conosciuti in chat online e si sono visti dal vivo dopo mesi (come noi due, d’altronde!).
E, parallelamente, è stata proprio questa situazione di stallo, con l’impossibilità di poter uscire, viaggiare, esplorare che ci ha fatto riflettere su cosa rappresentasse per noi fare esperienze, quali fossero le tappe irrinunciabili e gli obiettivi da raggiungere nel nostro percorso di vita. Per questo si può dire che Addvent sia realmente “nato” dal lockdown e dall’esigenza di concretizzare le nostre passioni in tanti campi diversi.Un sentimento che pensiamo sia stato universale.
E.R. Quanto conta l’“artigianalità” nello sviluppo del vostro prodotto?
Il fattore “artigianale” è fondamentale per noi.Lavoriamo con immagini che nascono digitali, ma vogliamo sottolineare la presenza dell’artista dietro ogni illustrazione e la cura che tutto il nostro team mette nello studiare ciascun dettaglio. Nel momento in cui abbiamo deciso di creare prodotti abbiamo capito che per trasmettere l’anima del nostro progetto c’era bisogno di fondere il dualismo tra “reale” e “virtuale”. Perciò invitiamo personalmente gli artisti con cui lavoriamo a
firmare i loro poster, scegliamo accuratamente carte e materiali, timbriamo ed etichettiamo a mano nel nostro studio ogni prodotto venduto… Cerchiamo di rendere speciale ogni piccolo step, per noi e per chi riceve le nostre stampe.
E.R. Come scegliete temi e illustratori?
La scelta dei temi da rappresentare è sempre calibrata: cercando di non essere troppo influenzati dai trend, ma mantenendo un equilibrio tra tematiche e argomenti che pensiamo possano appassionare la nostra comunità in base ai suoi interessi, andiamo a selezionare una “rosa” di addventures ogni semestre.
Ogni lista viene studiata e approfondita dal nostro team, dopodiché affidata ad un illustratore che riteniamo possa rappresentare quel tema al meglio. Per questo teniamo da conto le preferenze, la provenienza, lo stile e gli interessi di ogni artista che collabora con noi. E’ fondamentale – e si vede se questo fattore manca nelle illustrazioni – che la tematica scelta sia coinvolgente ed entusiasmante in primis per chi deve dare visivamente vita ad ognuna delle “tappe” del percorso.
E.R. Siete aperti alle collaborazioni con nuovi creativi?
Certamente! Uno degli obiettivi di Addvent è proprio quello di diventare una vetrina e una community per illustratori di tutti i tipi.Da quelli che vogliono iniziare a lavorare nel campo e cercano nuove esperienze, a quelli che stanno iniziando ad emergere e sono alla ricerca di ulteriori connessioni, fino a creativi professionisti che si appassionano al progetto e scelgono di far parte del nostro mondo. Proprio per questo abbiamo sempre un form aperto che funge da portale per chiunque voglia proporsi. Come non c’è limite alle tematiche che vogliamo affrontare, non c’è limite nemmeno alle collaborazioni che vogliamo intraprendere in futuro. Non vediamo l’ora che la piattaforma si arricchisca di illustrazioni con personalità e stili diversi.
E.R. Siete orgogliosamente un team under 35: un caso o una scelta ben precisa?
Non è stata una scelta, come non è stato nemmeno per caso.Siamo persone accomunate da tanta curiosità, voglia di scoprire cose nuove, creare, lasciare un segno (e dalla “passione” per la pianificazione, o non avremmo creato un “sistema di liste” 😉 ). Ci siamo trovati frequentando ambienti contigui tra loro a Milano, una città che offre davvero tanto, soprattutto ai giovani creativi.
E.R. Vi conoscevate già prima dello sviluppo di Addvent?
CHIARA: Elena ed io adesso ci sentiamo praticamente ogni giorno, lavoriamo, condividiamo interessi, ma prima non ci conoscevamo! Io vengo dal Politecnico di Milano, dove ho studiato Fashion Design fino alla Laurea Magistrale. Durante la mia tesi sulla stampa 3D su tessuto ho incontrato Timothy, che è architetto, product designer e si occupa di progettualità a 360°, e che non solo mi ha fatto da tutor, ma mi ha successivamente coinvolta in Colab.
ELENA: Io e Giulia frequentavamo lo stesso liceo e la stessa compagnia di amici, la nostra amicizia è continuata nel tempo e, nonostante i nostri percorsi universitari fossero molto diversi – io Graphic Design e Giulia Ingegneria energetica – abbiamo sempre condiviso l’interesse e la passione per l’arte e per il viaggio. La collaborazione con Colab è nata spontaneamente: Giulia mi ha coinvolta nel progetto e mi sono trovata immediatamente in sintonia con Timothy e Chiara. Da lì il nostro team si è consolidato e ci incontriamo “virtualmente” tutti e quattro almeno una volta alla settimana per fare il punto sugli sviluppi dei progetti che seguiamo e darci sempre nuovi obiettivi.
E.R. Siete suddivisi tra Italia (Milano) e Lancaster (Pennsylvania): come mai e come fate a colmare la distanza geografica in un’ottica di maggior produttività?
CHIARA: Milano è la città in cui viviamo Giulia, Elena ed io, mentre Timothy lavora a Lancaster con altri collaboratori locali. Queste due città, in due continenti diversi, separate da 6 ore di fuso, non sono solo distanti geograficamente, ma ci permettono di elaborare, esplorare e testare cose diverse. Siamo due team, uniti dallo stesso obiettivo, ma con background, approcci, mindset davvero molto eterogenei.
ELENA: la diversità culturale tra Italia e USA è un grosso valore aggiunto.Ttestare la stessa idea in due luoghi così distanti ed avere sempre un feedback positivo è per noi la conferma dell’esistenza di uno “spirito” Addvent condiviso che può essere coltivato e che unisce le persone.
E.R. Potete spoilerarci alcune delle prossime Addventures?
Abbiamo decine di Addventures già in cantiere. Tra le più interessanti non possiamo non citare un percorso tra 6 luoghi “underground” da esplorare nel capoluogo meneghino (illustrati dalla talentuosissima Dalila Giampietro); una mega-addventure su tutti i film vincitori del Premio Oscar, ma soprattutto la collaborazione con Fondazione Arnaldo Pomodoro. Una serie di stampe e poster molto speciali che illustrano le opere più rilevanti dell’artista a Milano
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