Scopriamo nel dettaglio la realtà culturale che anima da tre anni il panorama artistico campano
Chi ha detto che sia più difficile fare impresa al Sud, soprattutto se ci si addentra in ambito culturale? Sicuramente le difficoltà non sono poche, come del resto in tutta la nostra penisola, ma la tenacia ripaga sempre. E’ quanto ci dimostra la storia di Attiva Cultural Projects, incubatore o meglio “attivatore” di processi creativi che “mira a dare la possibilità agli artisti di realizzare i propri progetti“.
L’Associazione, con sede a Portici, organizza mostre, residenze d’artista, progetti curatoriali, oltre a campagne di comunicazione del patrimonio, workshop e corsi professionali.
A dicembre 2021 si è poi distinta quale promotrice degli “Art Days Napoli Campania“: il primo grande evento collettivo che ha coinvolto gallerie, istituzioni, spazi di ricerca e associazioni del territorio per una quattro giorni di aperture straordinarie, mostre organizzate ad hoc, talk, attività didattiche, performance ed interventi site-specific. Il viaggio alla scoperta delle eccellenze artistiche del territorio tra le città e le provincie di Napoli, Avellino, Benevento, Salerno e Caserta tornerà anche quest’anno dal 17 al 20 Novembre.
Ma l’impegno di Attiva Cultural Projects non si esaurisce solo in quanto sopra descritto: l’Associazione ha all’attivo anche Ŏpĕra. Un magazine, libro d’artista e work in progress che scopriremo nelle prossime righe.
E.R. ATTIVA Cultural Projects è nata nel 2019: com’è sorta l’idea?
L’idea di creare un’associazione è nata da Martina Campese, direttore artistico di Attiva Cultural Projects, che ha avuto la lungimiranza di riunirci tutte nel team curatoriale dell’associazione, composto oggi da: Raffaella Ferraro, Giulia Ferrari, Maria Apicella e Giulia Cacciola.
I nostri percorsi accademici sono molto simili: abbiamo frequentato tutte e cinque il corso di laurea magistrale in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali all’università Ca’ Foscari di Venezia, che – anche se frequentato in momenti differenti – è stato il nostro punto d’incontro.
Ci siamo poi specializzate in ambiti diversi all’interno del mondo dell’arte contemporanea – sia per esperienze lavorative che per indole caratteriale – : curatela, social media marketing per l’arte, organizzazione di eventi. Ed ecco che unire le nostre diverse conoscenze per creare qualcosa di nuovo ed unico è stato del tutto naturale. Il nostro interesse si è sempre rivolto alla promozione dell’arte emergente – o meglio innovativa – cercando di far luce sulla ricerca artistica contemporanea del nostro paese. Una grande sfida, ma ognuna di noi, con il proprio know-how, apporta grande valore alle attività che portiamo avanti come Associazione.
E.R. Il vostro è un team totalmente al femminile: un caso od una scelta ben precisa?
Non è stata una scelta pensata: ci siamo ritrovate per caso tutte donne e, in realtà, anche le diverse collaborazioni che attiviamo – sempre senza alcuna intenzione -sono spesso femminili.
Successivamente però ci è sembrata una caratteristica fondamentale del nostro gruppo, così come la distanza territoriale che c’è tra di noi. Il team curatoriale, infatti, è sparso un po’ in tutta Italia: Martina Campese a Napoli, Raffaella Ferraro tra Milano, Torino e Napoli, Giulia Ferrari a Torino, Maria Apicella a Salerno e Giulia Cacciola a Venezia. Possiamo dire che – contrariamente a quello che si possa pensare – questi sono diventati i nostri punti di forza: lavoriamo molto bene e siamo molto attive (come ci piace spesso dire giocando un po’ con le parole).
E.R. Quali sono i vostri servizi?
Attiva Cultural Projects si occupa principalmente di scouting, curatela, promozione e valorizzazione del panorama artistico attuale italiano e lo fa attraverso diverse attività. Ideiamo e produciamo mostre: in particolare, abbiamo avuto il piacere di curare delle prime personali di giovani artiste italiane, come quelle di Maddalena Granziera e di Gaia Bellini – entrambe a Venezia.
Ci occupiamo anche dell’organizzazione di grandi eventi e manifestazioni culturali, come il format “Art Days – Napoli e Campania”, la cui prima edizione si è svolta nel dicembre 2021 e siamo in un work in progress serratissimo per preparare la seconda.
Partecipiamo a fiere e festival di arte ed editoria indipendente, tra cui segnaliamo la presenza a “Linea Festival” e a “The Others” nel 2021. Siamo, ovviamente, un team di curatrici e cultural manager, per cui siamo sempre alla ricerca di artisti e di occasioni per rendere l’arte contemporanea viva e visibile, realizzando progetti di alta qualità artistica.
E.R. La vostra base principale è Napoli: avete incontrato difficoltà a svilupparvi sul territorio?
La nostra base è a Portici, in provincia di Napoli, ma noi del team siamo dislocate in varie città italiane.
Sicuramente, essendo una realtà culturale abbastanza giovane, inserirsi e farsi conoscere sul territorio è un processo lungo, che richiede tempo e tanta passione. Però, il fatto di trovarci in diverse zone – Napoli, Milano, Torino e Venezia – ci consente di avere uno sguardo ampio su ciò che accade sul fronte artistico in Italia e, soprattutto, di innescare occasioni di confronto e di network.
E.R. Dal capoluogo campano a progetti che coinvolgono tutto il territorio nazionale: ce ne illustrate alcuni?
Uno dei primi progetti che ci ha viste all’opera è “Resti”, nel piccolo borgo di San Paolo Albanese, in Basilicata. E’ nato dalla partecipazione e dalla selezione nell’ambito di un bando dedicato ai progetti di comunità di Matera capitale della cultura 2019.
Ma sicuramente, il progetto principale che coinvolge tutto il territorio nazionale è Ŏpĕra, la nostra iniziativa editoriale indipendente. E’ nata con l’associazione e continua a crescere e ad evolversi negli anni, diventando un po’ il trait d’union di molti altri progetti satellite. Proprio dal magazine sono nate, infatti, alcune delle mostre in giro per l’Italia. Tra queste anche la collettiva “Ŏpĕra Connection”, presso il MAT laboratorio urbano di Terlizzi, Puglia, nel 2021, che ha coinvolto sette degli artisti selezionati dalle rispettive edizioni di Ŏpĕra 02 e 03.
E.R. Parlando proprio di Ŏpĕra: potete descriverci meglio l’iniziativa editoriale?
Ŏpĕra è una rivista d’artista da collezione, in edizione limitata di 100 copie, basata sull’idea di progettualità artistica site specific, dedicata alla scena artistica italiana emergente. Prendendo ispirazione dal libro d’artista, Ŏpĕra si presenta come un campo libero d’espressione creativa, che offre al lettore l’opportunità di scoprire nuovi artisti, di approfondire le loro ricerche recenti e, magari, di iniziare a collezionare.
Per ogni numero invitiamo 6 creativi con cui inneschiamo un dialogo aperto artista-curatore, che porta alla creazione di un’opera/progetto inedito e site specific per la pubblicazione. Ciascun artista, infatti, – accompagnato nell’ideazione/realizzazione del lavoro da un curatore dell’associazione – ha a disposizione due pagine A4 del magazine ed è libero di utilizzare qualsiasi tecnica grafica, fotografica e d’immagine, per esprimere la propria ricerca più recente. In abbinamento ad ogni opera si accompagna poi un testo critico/curatoriale che riprende, nella veste grafica, la linea di ricerca creativa specifica di ciascun creativo coinvolto.
Il concept alla base dell’intero progetto consiste nel creare una sorta di preview cartacea di ciascuna proposta presentata, una mostra collettiva da sfogliare che poi, in un secondo momento, può declinarsi in un progetto espositivo concreto, anche grazie alle partnership strette con alcune gallerie d’arte italiane.
E.R. Come scegliete gli artisti inseriti nelle varie uscite?
Tutto parte spesso dalle mostre che visitiamo, dagli studio visit e dalle relazioni che poi ne nascono, ma c’è da dire che per noi uno strumento importante è anche Instagram, che ci permette di avere una visione costante e ad ampio raggio sulle proposte e sulle ricerche artistiche più recenti sul territorio nazionale.
In ogni caso, dopo l’istintivo “colpo di fulmine”, inizia la fase di studio e di approfondimento dell’artista, attraverso la visione del portfolio, del curriculum artistico e, quasi sempre, la visita in studio e la visione dal vivo delle opere. La selezione dei creativi per ogni uscita cartacea rispetta dei criteri che permettono di mescolarli sia geograficamente sia a livello di tecniche artistiche proposte e segue sempre l’obiettivo dell’armonia artistica ed estetica.
E.R. Siete aperte alle collaborazioni con nuovi creativi?
Sicuramente sì, siamo aperte a qualsiasi tipo di collaborazione che riteniamo arricchente e di qualità artistica. Non ci precludiamo nessuna possibilità, anzi, siamo alla continua ricerca di nuovi progetti e collaborazioni proprio per evolverci insieme a loro. Ogni esperienza, ogni persona che collabora con noi, che si approccia ed interessa ai nostri progetti è un punto di inizio per qualcosa di nuovo.
E.R. È stato presentato il settimo numero del magazine: potete illustrarcelo?
L’uscita di ogni numero per noi è una grande emozione e soddisfazione. Ŏpĕra 07 presenta una selezione di artisti come sempre variegata, ma allo stesso tempo equilibrata. Selezioniamo creativi che padroneggiano tecniche differenti e cerchiamo, nella selezione, di coprire con i sei artisti l’intero territorio nazionale.
Per il settimo numero i partecipanti sono: Lidia Bianchi, Eleonora Cutini, Gianluca Quaglia, Giovanni Rossi, Eva Chiara Trevisan e Marco Useli.
Inoltre, ormai dal quarto numero di Ŏpĕra, siamo solite regalare con l’acquisto del magazine un inserto, una vera opera d’arte realizzata ad hoc e in numero limitato per le 100 copie previste. Con la settima uscita si trova quindi l’opera realizzata da Giulia Gentilcore: un leporello, un foglio unico piegato più volte su sé stesso che può essere sfogliato come un libretto di piccolo formato, oppure può essere aperto e osservato nella sua continuità.
Ci teniamo a specificare che Ŏpĕra è un progetto completamente autofinanziato e, per chi volesse conoscerlo meglio e sostenerlo, le informazioni si trovano sul nostro sito www.attivacultural.it
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