Sarà visitabile fino al 24 Maggio la personale del giovane fotografo italo-marocchino presso la Other Size Gallery
Karim El Maktafi
Identità, appartenenza, memoria: Giusi Affronti, curatrice del progetto, ha messo in luce questi tre aspetti del lavoro di El Maktafi nella sua nuova personale intitolata “Fantasia“. In realtà essi sono i punti principali del lavoro del giovane artista, impegnato in una ricerca sul patrimonio culturale marocchino da ben sette anni.
La “Fantasia” è un’antica tradizione maghrebina: chiamata anche “gioco della polvere nera”, “Tbourida” in arabo, è uno sport che affonda le sue origini nell’VIII secolo. Una pratica equestre e festiva che celebra un santo, il Sidi, la semina o l’alternarsi delle stagioni. Lo spettacolo si compone di diverse fasi: inizia dalla carica dei cavalieri che avanzano alla stessa velocità lungo un percorso rettilineo. Si ha poi l’exploit finale, in cui si spara verso il cielo con vecchi moschetti o antichi fucili ad avancarica. L’abilità consiste nel sincronizzare il movimento dei cavalli allo sparo, in modo da creare un unico suono. È un gioco di squadra che da sempre affascina spettatori ed artisti. Eugène Delacroix dipinse nel 1832 la tradizionale cerimonia di Tangeri; il fotografo statunitense Irving Penn nel 1951 lo racconta nello scatto “Berber Horsemen, A Fantasia“.
Karim El Maktafi
Il lavoro di El Maktafi parte dai suoi ricordi d’infanzia e diventa un’esperienza collettiva senza tempo.
I suoi scatti, raccolti con l’abilità di un fotografo a cavallo tra documentazione e ritratto, risalgono al 2017 nella città natale della sua famiglia, Bouznika. Karim stabilisce così un legame con le proprie radici tra due continenti. La sua ricerca, infatti, si snoda tra Italia e Marocco, esplorando il concetto di identità e appartenenza attraverso la fotografia.
Nato a Desenzano del Garda nel 1992, Karim El Maktafi si diploma nel 2013 presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. Nel 2016 ottiene una borsa di studio presso Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton a Treviso. Durante la residenza realizza il progetto “Hayati”, vincitore del PHMuseum 2017 Grant – New Generation Prize, finalista del CAP Prize 2017 (Contemporary African Photography Prize) e secondo premio al Kassel Dummy Award 2018. Il suo lavoro è stato esposto a La Triennale di Milano, al Museum in Der Kulturbrauerei a Berlino, al Pavillon Populaire a Montpellier e al Museo Macro Testaccio a Roma.
Marocco
Gli scatti raccolti in “Fantasia” colgono tutti i singoli dettagli dell’evento e dei suoi partecipanti. Le djellabas, tuniche tipiche del Maghreb e confezionate nei villaggi di montagna con tessuto filato a mano, rilucono a tal punto da ricordare i toni luminosi della tavolozza di Paul Klee negli anni della sua permanenza in Tunisia.
E queste luci, questi colori, queste atmosfere si sono riversate in tutta Milano. Il progetto della Other Size Gallery, per scongiurare il rischio di una possibile chiusura a causa della pandemia, è stato in parte allestito per le strade del capoluogo meneghino. Così, fino ad inizio mese, quindici scatti erano esposti tra le sale della galleria e le vie limitrofe, in un itinerario diffuso che sfruttava gli spazi della cartellonistica pubblicitaria. In Galleria veniva consegnata una mappa e ogni scatto era accompagnato da un QR code che dava accesso a contenuti extra sul progetto e l’autore.
Tutti i cittadini hanno così avuto modo di esplorare un orizzonte inaspettato. Un viaggio verso mete e culture al momento precluse viste le limitazioni imposte dal Covid-19.
Fino al 24 maggio la mostra prosegue nella sola Galleria in Via A. Maffei n.1, dove vi si possono ammirare le opere più significative lasciandosi trasportare nella luce abbagliante del Maghreb.
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