Ha inaugurato il 9 Aprile la retrospettiva dedicata all’artista ivoriano. In attesa delle riaperture sono state messe in campo molte iniziative digitali
Frédéric Bruly Bouabré
Scomparso nel 2014 Frédéric Bruly Bouabré è stato uno degli artisti internazionali più significativi del panorama culturale del Secondo Dopoguerra.
Non solo creativo visivo, ma anche saggista, poeta, pensatore ed insegnante da quando, nel 1948, ricevette quella che lui stesso definì una “rivelazione”. Da qui il soprannome di “Cheik Nadro” (colui che non dimentica) ed il profondo impegno assunto nei confronti del suo popolo.
Ero convinto che l’Africa avrebbe potuto evolversi solo quando avrebbe insegnato ai suoi figli la propria lingua e storia. Bouabré iniziò così un percorso di conoscenza enciclopedica spaziando dall’arte alla religione alla filosofia. Per oltre 45 anni diede vita ad un gigantesco mosaico costituito da cartoncini di 10*15 cm disegnati con il solo ausilio di penna e matite colorate. Simbolico il nome che attribuì a questo progetto che ebbe cadenza quotidiana: “Connaissance du Monde“.
Frédéric Bruly Bouabré
Un alfabeto visivo che caratterizzerà per sempre la sua forma espressiva, significativamente racchiusa nel piccolo formato da missiva. Infatti un solo e rarissimo dipinto ad olio è presentato nel lucchese Palazzo delle Esposizioni, che mostra al pubblico oltre 400 opere corredate da documenti ed altre testimonianze storiche. Da Zépréguhé, villaggio di nascita, Bouabré di strada ne fece tanta, arrivando ad esporre, nel 1989, nella celebre “Magiciens de la terre” al Centre George Pompidou e nella successiva “Africa Remix“. Seguirono poi il Guggenheim Museum di Bilbao, la Tate Modern di Londrae il Portikus di Francoforte. Nel corso della sua cinquantennale carriera Bouabré partecipò anche alla Biennale di Venezia, a quella di San Paolo e a Documenta a Kassel.
Significativo che una così importante e ricca retrospettiva (sarà corredata da un catalogo summa sulla figura di Bouabré) si svolga proprio in Italia e, non a caso, a Lucca.
La città toscana ha da sempre un legame molto stretto con il continente africano. Era lucchese l’esploratore Carlo Piaggia che nel 1851 arrivò a Tunisi, per poi spostarsi lungo il Nilo e nel Sudan. Inoltre, fu un altro illustre cittadino, Carlo Ludovico Ragghianti, ad inserire nella sua rivista “Critica d’Arte” un articolo di Ezio Bassani (“Carrà e l’arte negra“). Bassani, recentemente scomparso, si è contraddistinto come uno dei più importanti studiosi di arte africana.
ARTE
La mostra “ARTE ALFABETO UNIVERSALE” è frutto del sodalizio tra Fondazione Banca del Monte di Lucca, Fondazione Lucca Sviluppo, patrocinata dalla Regione Toscana e dall’Ambasciata della Costa d’Avorio in Italia. Inoltre anche la Fondazione Alighiero e Boetti ha contribuito al suo sviluppo. Dovete infatti sapere che Boaubré ha intrattenuto con Alighiero Boetti un profondo rapporto di amicizia, scambiandosi e dedicando periodicamente all’artista italiano dipinti, foto e testi.
A questo interessante legame è stata dedicata un’apposita sezione del percorso espositivo.
Le altre opere esposte, provenienti da collezioni private e dalla famiglia dell’artista che si è dimostrata molto partecipe, documentano le varie fasi tematiche della creatività di Bouabré. Da quella dedicata all’”alfabeto visuale” Bété (la sua tribù di appartenenza) a “La gioia della nascita” e “L’umanità”, che celebra la parentela, passando per “L’albero della vita” e “La leggenda Zakolo”. Seguono poi “Pietre di Bekora” fino ad arrivare a “L’Africa presenta la sua cultura”, “Visione del sole” e “La conoscenza del mondo”.
A corredo di tutto ciò una nutrita mole di documenti, foto storiche, testi poetici, saggi, epistole ed anche il bozzetto originale dell’orologio progettato da Bouabré per Swatch.
Frédéric Bruly Bouabré
Vista la possibilità di aprire gradualmente le istituzioni culturali solo a partire dal 26 Aprile gli organizzatori hanno messo in piedi un nutrito palinsesto digitale che comprende visite guidate online, virtual tour, pillole video ed altre attività divulgate tramite piattaforme social ed il sito www.fondazionebmluccaeventi.it.
Anche Art Nomade Milan ha contribuito in tal senso con tre incontri in diretta sull’account Instagram @artnomademilan e successiva pubblicazione su altre piattaforme connesse al marchio. Il primo intervento ha visto protagonista il curatore dell’esposizione Alessandro Romanini. Il 28 Aprile si collegheranno alcuni familiari dell’artista e il 5 Maggio l’appuntamento verterà sul legame Bouabrè/Boetti.
In attesa di poter visitare di persona “ARTE ALFABETO UNIVERSALE” noi vi aspettiamo prossimamente…su questi schermi!
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