“Out of the Blue”: la calligrafia cinese incontra Alcantara a Palazzo Reale
Ultimi giorni per visitare l’esposizione gratuita nell’Appartamento dei Principi, che chiuderà i battenti domenica.
Alcantara S.p.A. non demorde ed anche in questo annus horribilis presenta un’esposizione site specific nella splendida cornice di Palazzo Reale. Il felice connubio aveva preso avvio nel 2015 con “Alcantara, technology of dreams“, in concomitanza con l’Expo, per poi proseguire, anno dopo anno, fino ad arrivare a “Nove viaggi nel tempo. Alcantara e l’arte nell’Appartamento del Principe” che avevo personalmente recensito.
Il celebre tessuto sintetico, normalmente associato all’automotive, rivela tutta la sua versatilità fungendo da supporto per interventi di arte e design. In cinque anni artisti affermati ed emergenti si sono confrontati con l’azienda orgoglio del Made in Italy, in attività dal 1972, creando sempre installazioni site specific.
Infatti il rapporto con la location è fondamentale: i creativi seguono il tema curatoriale, senza dimenticare il pregio e la rilevanza storica della sede che li ospita.
Un legame tra soggetti privati, Alcantara S.p.A., e pubblici, Comune di Milano-Cultura e Palazzo Reale, da prendere ad esempio, visto che in Italia tal tipo di partnership stenta a fiorire, a differenza di altre nazioni.
Per il 2020 le curatrici Dagmar Carnevale Lavezzoli e Katie Hill propongono al visitatore un’immersione nella calligrafia cinese, dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, strizzando l’occhio anche alla contemporaneità.
Inaugurata ad inizio settembre, durante la Milano Art Week, “Out of the Blue” gioca proprio sull’opposizione tra tradizione e modernità. Il tema viene maggiormente caricato di pathos grazie al lay out espositivo immersivo ed all’abile gioco di luci.
“Out of the Blue”: la calligrafia cinese incontra Alcantara a Palazzo Reale
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Gli artisti in mostra sono sei, tutti molto affermati anche a livello internazionale: Qin Feng, Qu Lei Lei, Sun Xun, Mao Lizi, Zhang Chun Hong, Wang Huangsheng. I creativi sono riusciti a caratterizzare le opere sia dal punto di vista della memoria personale che di quella collettiva.
Infatti la calligrafia è una delle più elevate forme artistiche del paese, molto considerata a livello istituzionale, ma spesso pratica in solitaria: un’attività sacra che invita alla riflessione. Da millenni questa antica disciplina è veicolo di conoscenza.
La sue valenze comunicative, ma anche estetiche ed artistiche, sono innegabili ed il percorso a Palazzo Reale le rende ancora più esplicite spaziando tra rotoli e proiezioni digitali.
Il calligrafo, così come il visitatore, viene naturalmente portato ad interrogarsi sulla relazione che intercorre tra l’essere umano ed il mondo naturale che lo circonda.
Nella prima sala la foresta di ideogrammi di Qu Lei Lei, membro fondatore del gruppo Stars battutosi per la libertà artistica, avvolge lo spettatore evocando la frammentazione delle informazioni con cui veniamo a contatto nel nostro quotidiano.
Zhang Chun Hong, invece, utilizza la metafora dei capelli fluenti per esprimere la forza vitale in un’unione inscindibile di calligrafia, corpo e natura.
“Out of the Blue”: la calligrafia cinese incontra Alcantara a Palazzo Reale
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Qin Feng , artista cinese nato nel 1961, è considerato uno dei massimi esponenti della pittura ad inchiostro e a Palazzo Reale si è espresso attraverso una tecnica simile al dripping. Schizzi, tracce e gesti in cui il tè rappresenta l’Oriente e il caffè l’Occidente. La loro mescolanza, sullo sfondo dei dipinti, allude al tentativo di unire le due culture.
I paraventi di Mao Lizi spiccano per i colori vivaci e l’installazione digitale di Wang Huangsheng disorienta e rifocalizza lo sguardo di chi osserva. Wang, oltre ad essere artista, è anche curatore e direttore di alcuni musei.
L’ultima sala è dedicata a Sun Xun, il più giovane creativo in mostra. Una video proiezione e un lungo rotolo dipinto fanno nascere visioni oniriche: animazioni contemporanee che legano due culture molto distanti tra loro.
Palazzo reale
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Così ciascuna sala offre interpretazioni differenti della Cina contemporanea, in bilico tra passato millenario e voglia di futura freschezza.
“La Cina è vicina”, preconizzava nel 1967 Marco Bellocchio e ancora oggi si utilizza questa espressione, molto spesso in maniera sarcastica. “Out of the Blue” ci insegna, invece, a guardare con occhi diversi, ad esplorare senza preconcetti, scendendo nelle profondità e nella ricchezza che caratterizza ciascuna cultura.
Un messaggio di vitale importanza, specie in questo periodo, visti i rapporti tesi che si sono venuti a creare a causa della pandemia globale, scoppiata proprio nella Repubblica Popolare.
Il monito è comprendere attraverso l’arte per allargare i propri orizzonti mentali…in attesa del prossimo progetto made by Alcantara.
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