Nel Dicembre del 1879 nasceva in Svizzera Paul Klee, uno dei maestri dell’arte novecentesca.
La retrospettiva del MUDEC ripercorre la sua carriera artistica…con qualche sorpresa.
Tra un’abbuffata di panettone ed una di pandoro quasi me ne stavo dimenticando: meglio correre ai ripari prima della fine dell’anno 😉
Ogni volta è sempre la stessa storia: durante le feste ci scordiamo di fare gli auguri a qualche amico o parente!
Dovete sapere che il 18 Dicembre era il compleanno di Paul Klee e la ricorrenza non è stata proposta solamente dal doodle di Google.
Il Museo delle Culture di Milano ospita fino a Marzo 2019 la retrospettiva “Paul Klee. Alle origini dell’arte“.
Dunque non solo Bansky va in scena in Via Tortona 😉
La mostra, a cura di Michele Dantini e Raffaella Resch, presenta un centinaio di opere dell’artista provenienti da musei e collezioni private, oltre che dal Zentrum Paul Klee di Berna.
Elemento cardine è il primitivismo, visto con gli occhi dell’artista.
Arte egizia, tardo antica, medioevale, ma anche oceanica, amerinda e africana.
Insomma un tripudio per gli occhi, specialmente per quelli di Art Nomade Milan 😀
Nella sala dedicata all’arte extra-europea sono esposte alcune opere della collezione permanente del MUDEC, seguendo il concetto di “confronto diretto” che tanto ho apprezzato al Bode Museum di Berlino.
L’unione dei diversi stili é la chiave vincente per rompere l’isolamento in cui spesso si trovano i vecchi musei etnografici.
Ma questa non è l’unica “sorpresa” che riserva la retrospettiva milanese.
Tra le varie sezioni, oltre ad “alfabeti e geroglifiche d’invenzione“, spicca la sala dedicata al teatrino di marionette che l’artista aveva ideato per il figlio Felix.
Primitivismo, arte extra-europea, teatro… durante la visita ho proprio trovato pane per i miei denti 😀
Mancava solo la tessitura…o forse no?!
Scorrendo i pannelli biografici all’inizio del percorso di visita ho scoperto che Paul Klee era anche un “tessitore”.
Leggete per credere 😉
Per seguire il filo del discorso bisogna fare un passo indietro, analizzando una delle esperienze che più segnarono il percorso artistico di Klee: l’insegnamento al Bauhaus.
Ideata da Walter Gropius, la Staatlitches Bauhaus fu una scuola di architettura, arte e design aperta a Weimar nel 1919. Nel 1921 Paul Klee si univa al personale docente trasferendosi con tutta la famiglia a Weimar. Per oltre 10 anni l’artista sarà uno dei più autorevoli maestri del Bauhaus proseguendo le lezioni anche a Dessau.
Le materie insegnate? Pittura su vetro, teoria della forma (1923), figurazione pittorica (1927) e…tessitura 😉
Nel laboratorio di orditura Klee si occupava proprio di teoria della forma e tra le allieve aveva Anni Fleischmann. La ragazza diventerà universalmente famosa, nel panorama dell’arte tessile, con il cognome del marito, Joseph Albers.
Avete letto bene!
La celebre Anni Albers, nume tutelare degli amanti della fiber art, ha avuto tra gli insegnanti proprio Paul Klee.
Nonostante la “modernità” del Bauhaus alle donne venivano sconsigliato l’apprendimento di alcune materie, tra cui la pittura. Anni iniziò così a tessere, cominciando una brillante carriera artistica che la porterà a tradurre in chiave moderna la tessitura manuale tradizionale.
La Tate Modern ha dedicato alla Albers una grande retrospettiva con oltre 350 opere, visitabile fino a fine Gennaio 2019.
Dunque Paul Klee si occupava anche di tessitura e non solo in qualità di insegnante del Bauhaus.
Un’ulteriore prova del rapporto tra l’artista e l’arte tessile la troviamo in alcuni arazzi prodotti da celebri manifatture italiane.
Nel corso del Novecento in Italia si distinguevano molti laboratori di produzione: Atelier di Elio Palmisano, Manifattura MITA, Arazzeria Pennese e l’astigiana Arazzeria Scassa.
Quest’ultima ha intessuto alcuni magnifici pezzi partendo proprio da cartoni del grande maestro svizzero.
Dunque, buon compleanno Paul Klee …”il tessitore”!
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