La XXVIII edizione della mostra internazionale di Fiber Art si è conclusa con l’anticipazione del tema 2019: “POP UP”.
Miniartextile ha chiuso i battenti Domenica scorsa con numeri da record.
Tanto per darvi un’idea ben 300 persone hanno visitato l’esposizione nella sola giornata del 18 Novembre.
Molti gli appassionati di arte tessile ed i semplici curiosi, arrivati anche da fuori regione.
L’importanza del lavoro svolto dall’associazione culturale ARTE&ARTE aumenta anno dopo anno.
Prova ne è la costituzione della Fondazione Bortolaso-Totaro-Sponga ad inizio 2018. Un’unione di forze che vede la partecipazione del “papà” dei “minitessili” Mimmo Totaro, di Nazzarena Bortolaso e di Giancarlo Sponga.
Sua moglie, Maraluisa Sponga, è stata una delle più note fiber artist italiane.
Come da tradizione la XXVIII edizione è stata caratterizzata dalla commistione di installazioni e mini realizzazioni. Certo, non tutte le grandi opere rientravano nella definizione canonica di fiber art, il che ha fatto storcere il naso ai puristi del genere.
Proprio per questo parlare di arte tessile in connessione a Miniartextile non è un argomento facile.
Sono però convinta che non ci si debba fossilizzare in compartimenti stagni.
Non si può classificare con precisione qualsiasi espressione artistica ci capiti sottomano.
Viviamo in un’epoca “fluida”…quindi ben venga l’influenza reciproca tra le diverse esperienze artistiche.
Oltretutto il tessile non gode ancora di ampia popolarità presso il grande pubblico: un aiutino dalle altre forme d’arte potrebbe fare comodo 😉
Parlando di installazioni, “Unwoven light” di Soo Sunny Park è stata senza dubbio l’opera più fotografata. Una cascata di plexiglas è stata montata su una struttura metallica e sapientemente collocata nell’abside dell’ex Chiesa di San Francesco.
La penombra della location e le migliaia di riflessi catturavano lo sguardo.
Quest’anno ad accogliere i visitatori c’era “Déjà vu“, inchiostro su tulle dell’artista Pia Männiko.
Il lavoro era un interessante studio sul corpo umano e sul suo “abitare” lo spazio.
L’importanza della luce e dello sguardo, la coesistenza…ecco che ci avviciniamo sempre più al tema della XXVIII edizione: “Humans“, brillantemente rappresentato da “Touba minaret, Red minaret, Heavenly minaret“.
L’artista Maimouna Guerresi ha creato tre cappelli a forma di minareto seguendo la tradizione artigianale dei Sufi Baifall del Senegal. La testa è la parte più importante del corpo umano e la Guerresi sembra proteggerla dalle “intemperie” della vita.
Il risultato è un’amalgama di influenze culturali e religiose che promuove la ricerca di un equilibrio tra differenti stili di vita.
Negli anni del progresso forsennato della tecnologia abbiamo forse messo da parte la nostra “umanità”?
A vedere quanto accade quotidianamente, guerre, carestie, innalzamento di frontiere, penso proprio di sì.
O perlomeno il rischio della perdita di “umanità” è dietro l’angolo.
Ma, al giorno d’oggi, cosa significa essere un “umano”?
Il pioniere dell’arte generativa Charles Sandison ha provato a rispondere al quesito.
La sua opera, “Genoma“, mostrava i risultati di un software per identikit “al contrario”: partendo dal volto attuale lo scomponeva fino a ricreare il viso che un individuo aveva alla nascita.
In mostra non c’erano solo nuove generazioni di artisti, ma anche grandi ritorni, quale quello di Maria Lai, rappresentata a Miniartextile 2018 dall’opera “Rosso e Nero“.
Che dire poi dei “minitessili“?!
54 opere curate nei minimi dettagli, molte delle quali hanno affrontato il tema del cuore e del cervello.
Per vederne una selezione, cliccate qui.
Scelti tra oltre 220 candidati, molti degli artisti esposti vedono in Miniartextile un vero e proprio trampolino di lancio.
Infatti, se la tappa comasca si è conclusa, non è così per la XXVIII edizione. Imballate accuratamente le opere, la mostra prosegue in Francia, precisamente a Montrouge, dove l’esposizione aprirà i battenti a Febbraio 2019.
E la XXIX edizione?!
Quali novità ci riserverà?
Al momento ne è stato svelato solo il titolo, “Pop Up“, che così viene descritto dagli organizzatori: “gli HUMANS del 2018 sono cresciuti e pronti ad un salto verso qualcosa di nuovo e sorprendente”.
Per gli artisti il bando di partecipazione è già pronto sul sito dell’associazione.
Invece, a noi visitatori, non resta che aspettare il prossimo anno.
Dunque, arrivederci al 2019!! 🙂
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